31 DICEMBRE 2021
INTRODUZIONE
Il Forum che si presenta invita autori ed autrici a riflettere su un tema ampio, complesso e di estrema attualità: il futuro “sociale” dell’Europa.
È noto che, già in passato, giuristi di diversi settori si sono trovati ad affrontare questo tema. Così, ad esempio, è avvenuto, sul finire degli anni novanta, con l’approvazione del Trattato di Amsterdam, ribattezzato la “svolta sociale europea”; qualche anno più avanti, a seguito della crisi finanziaria del 2008, è stata messa in luce la fragilità del sistema sociale europeo; ancora, si è posta l’attenzione sul sistema di tutela dei diritti, quale presupposto necessario alla costruzione di un’unione non solo “economica”, ma anche “sociale”.
In particolare, tra i costituzionalisti si è aperto il dibattito a seguito dell’introduzione, a livello europeo, del Fiscal compact e delle conseguenti misure di contenimento della spesa pubblica intraprese a livello nazionale, culminate nel 2012 con la riforma dell’art. 81 della Costituzione. [continua]
LE DOMANDE
- I Domanda - Il Next Generation EU pare segnare una nuova tappa nel percorso di integrazione europea: una risposta alla crisi pandemica forte e unitaria a sostegno della ripresa economica, che abbandona l’approccio graniticamente incentrato sull’austerity per abbracciare una dimensione di carattere più “sociale”. Come valuta questo cambio di paradigma?
- II Domanda - Le recenti elezioni in Germania (e quelle del prossimo anno in Francia) come potrebbero orientare una simile tendenza?
- III Domanda - Che peso potrà avere in questo percorso la “Conferenza sul futuro dell’Europa”?
- IV Domanda - Guardando invece al cosiddetto “dialogo tra Corti” in materia di diritti sociali, si è avuto prova di come la giurisprudenza della Corte di giustizia (pur con le dovute eccezioni, si pensi a titolo esemplificativo nel panorama nazionale al caso Mascolo) non abbia costituito un argine per le misure di austerity sottoposte al suo giudizio e spesso revocate in dubbio solo dal Comitato europeo dei diritti sociali. In un contesto europeo più attento alla dimensione sociale, ritiene che la Corte di Lussemburgo possa assumere un ruolo diverso? Potrà crescere, inoltre, (almeno in termini di persuasività) l’impatto delle decisioni del CEDS?
I PARTECIPANTI
- Elviro Aranda Álvarez, Catedrático de Derecho constitucional – Universidad «Carlos III» de Madrid
- Paolo Bianchi, Professore ordinario di Diritto pubblico comparato – Università degli Studi di Camerino
- Vincenzo Casamassima, Professore associato di Diritto costituzionale – Università degli Studi del Sannio di Benevento
- Andrea Guazzarotti, Professore associato di Istituzioni di Diritto pubblico – Università degli Studi di Ferrara
- Cristina Luzzi, Assegnista di ricerca di Diritto costituzionale – Università di Pisa
- Simone Marinai, Professore associato di Diritto dell’Unione Europea – Università di Pisa
- Edmondo Mostacci, Ricercatore a t.d. lett. B) di Diritto pubblico comparato – Università degli Studi di Genova
- Claudio Panzera, Professore associato di Diritto costituzionale – Università degli Studi «Mediterranea» di Reggio Calabria
- Fiammetta Salmoni, Professoressa ordinaria di Diritto costituzionale – Università degli Studi «Guglielmo Marconi» Telematica
- Alessandro Somma, Professore ordinario di Diritto privato comparato – «Sapienza» Università di Roma