24 GENNAIO 2022
IL LIBRO
Titolo: Sovversive, ribelli e partigiane. Le donne vicentine tra fascismo e resistenza (1922-1945)
Autore: Sonia Residori
ISBN: 9788855201230
N. pagine: 384
Anno di pubblicazione: 2021
Editore: Cierre Edizioni, Sommacampagna (VR)
LA RECENSIONE
Lucio Pegoraro
Per quale motivo un comparatista, un costituzionalista, un giurista, dovrebbero interessarsi a un libro, come quello recentemente pubblicato da Sonia Residori, che è studiosa di storia? Per lo più, di un libro di nicchia, dato che parla delle donne vicentine dal fascismo alla Resistenza?
La risposta sta forse nelle mie righe conclusive di un breve scritto, pubblicato nell’Annuario di diritto comparato e di studi legislativi 2015 (Esi, Napoli, 2015) e dedicato alle partigiane:
«Non si può capire e interpretare il diritto, specialmente quello costituzionale, senza leggerne nella storia le ragioni; né si può bene intendere cosa sia la sovranità popolare, se la si giustifichi solo alla luce dei dati formali. Le idee della Resistenza sono le idee dei suoi militanti e dei suoi martiri, presi a uno a uno, presi nelle distinte formazioni combattenti, presi nel loro insieme. Sono le idee confluite, nell’Europa liberata dai fascismi, in un nuovo modello di Stato ma, prima ancora, di società, e in Italia in una nuova Costituzione, la cui Prima parte continuo a considerare, anche se ormai è quasi eresia, “la più bella del mondo”». [continua]
LA REPLICA
Sonia Residori
Sono grata al prof. Lucio Pegoraro per l’attenzione dedicata al mio libro, per la lettura puntuale dalla quale sono scaturite riflessioni talvolta suggestive, che hanno colto l’intreccio di trama e ordito sotteso alla narrazione di queste esistenze femminili di Sovversive, ribelli, partigiane. Il giudizio del prof. Pegoraro sul mio lavoro è stato particolarmente benevolo, pertanto, in questa replica mi limiterò a proporre ulteriori considerazioni su taluni punti, alcuni già trattati nella recensione.
L’obiettivo della mia ricerca era quello di ricostruire, se c’erano, le vicende di donne, vicentine, di nascita o adozione, vissute tra il fascismo e la Resistenza, che avevano mostrato un’avversione al regime e alla guerra. Quindi ho realizzato un percorso di indagine sulle fonti primarie (archivi documentari di varia provenienza), accostate alle fonti orali (interviste realizzate una ventina di anni prima) e iconografiche (foto d’epoca, manifesti murali, cartoline), per collegare e far dialogare tra loro fonti storiche di varia natura, intersecando ambiti diversi. [continua]
Mi interessava appurare soprattutto, ma non solo, quanto fosse diffuso nella società, in particolare tra le donne, il consenso che il regime fascista aveva abilmente costruito attraverso la propaganda.