Giovanni Grottanelli de’ Santi, in più di un’occasione, ha partecipato agli incontri promossi dalla nostra Associazione, onorandoci della Sua attenzione. Ne tracciano un commosso ricordo i Suoi allievi Elena Bindi, Mario Perini, Andrea Pisaneschi e Lorenza Violini.
“Volevo molto bene a Giovanni, lo conoscevo da tanti anni e sono sempre stato affascinato dal suo modo di rapportarsi con gli altri e dalla sua ineguagliabile ironia, con la quale portava a nudo le cose che spesso nel nostro ambiente sono presentate o espresse in maniera paludata”
Così un collega di Giovanni Grottanelli lo ha ricordato in un messaggio di cordoglio per la sua scomparsa dalla scena di questo mondo, all’età di 94 anni.
Molti altri hanno scritto frasi analoghe e altri ancora, che lo hanno incontrato e frequentato, si riconosceranno in questi brevi cenni che fotografano assai bene, ad un tempo, la sua figura umana e quella scientifica. Le due non si sono mai presentate disgiunte: un tratto umano che coincideva pienamente con il suo modo di essere un giurista a suo agio in tutti gli ambiti culturali e con tutti i suoi interlocutori, ad alcuni dei quali legato da profonde e solide amicizie. Grazie a questo patrimonio di conoscenze e di esperienze, Giovanni Grottanelli guardava le cose con grande realismo e, quasi naturalmente, metteva in luce – con brevi accenni – le parzialità di tante visioni, che si ammantano di una verità solo affermata e mai veramente ricercata o posseduta.
Senese, ma non chiuso nei confini dei pur mirabili paesaggi della sua terra, capaci di ammaliarti fino a pensare di non poterli mai abbandonare. E, invece, fin dalla gioventù – siamo negli anni Cinquanta – apre i suoi orizzonti secondo una prospettiva ben più ampia anche di quella nazionale; dopo la laurea, infatti, studia al Collège d’Europe, ottenendone il Certificat de Hautes Études Européennes, e poi, alla Yale Law School, da cui riceve il prestigioso Master of Law. È bene ricordarlo, soprattutto ai nostri giovani, che hanno già in loro stessi una vocazione cosmopolita ma che spesso si fermano, per i più diversi motivi, alla soglia di casa. Ed è bene ricordarlo anche a noi colleghi, che sovente tracciamo linee rigide tra le materie e tra gli annessi settori scientifico-disciplinari: studiare ampio, nei primi anni della propria formazione, è garanzia di apertura, di senso critico, di gusto del diverso, anche se metodologicamente e culturalmente diverso; si acquisiscono , in questo modo, strumenti concettuali e una elasticità mentale utili ad affrontare poi, nel passare del tempo, i problemi nuovi, quelli che appaiono all’improvviso o che, pur esaminati da molti, nascondono in sé isole di non conosciuto, di inesplorato.
Anche grazie al suo percorso giovanile e poi agli studi della maturità, nutriti dalle periodiche frequentazioni degli atenei inglesi, Giovanni Grottanelli conservava in sé, oltre la già ricordata ironia, una prontezza di pensiero che non lo ha mai abbandonato, nemmeno negli ultimi giorni della sua vita. Le forze, quelle sì, di tanto in tanto lo tradivano, ma il pensiero attento, profondo, affezionato all’esistenza in tutti i suoi particolari e in tutte le sue espressioni, non lo ha mai abbandonato né tradito mentre si ammantava, nel tempo, di una infinita dolcezza.
Sono stati ricordati in altre sedi quali la Rivista AIC e i Quaderni costituzionali i suoi temi di ricerca e i suoi scritti principali: le sue prime due monografie su I conflitti tra lo Stato e le Regioni e tra le Regioni del 1961 e Profili costituzionali della irretroattività delle leggi del 1970, che restano capitali per il nostro pensiero giuridico; i commenti alle sentenze della Corte Costituzionale, con particolare attenzione alla prima giurisprudenza in materia regionale, coeva alla nascita delle Regioni ordinarie, negli anni Settanta; gli scritti sulla tutela dell’ambiente agli albori della problematica ambientale, oggi così rilevante per l’intero sistema nazionale e sovranazionale; l’attenzione ai temi della spesa pubblica e della finanza locale, legata al tempo della sua permanenza presso il Monte dei Paschi prima e la omonima Fondazione poi, come Presidente, compito che lasciò spontaneamente quando comprese che gli interessi locali avrebbero prevalso. E, ancora, la separazione dei poteri, letta nella prospettiva sostanziale, come presidio forte della democrazia, a contrastare la naturale tendenza dell’animo umano a impossessarsi di ogni cosa e, massimamente del potere e del denaro, senza dimenticare gli studi sulla discrezionalità, guardata dal punto di vista della cultura nazionale con potenti innesti delle logiche della common law e della giustizia (procedimentale ed equamente amministrata).
L’intera mole della sua produzione, come si vede, racchiude in sé scritti dai contenuti più svariati, elaborati secondo la prospettiva nazionale ma con sguardo e metodo segnati dalla sua vocazione di comparatista. Non a caso, alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Siena ha sempre insegnato entrambe le materie, il diritto costituzionale nazionale e il diritto pubblico comparato e ha offerto ai suoi studenti (e non solo ai suoi) con le Note introduttive di diritto costituzionale pensieri piani, ricchi di saggezza e – perché no? – anche della consapevolezza del limite del proprio lavoro, mai completo, sempre aperto a nuove e più interessanti suggestioni, che arricchiscono coloro che se ne nutrono.
Giovanni Grottanelli ci lascia ma, lasciandoci, ci consegna un pensiero originale che non cessa di offrire, silenziosamente, il proprio contributo alla crescita della nostra cultura giuridica, talora un po’ chiusa nei propri capisaldi o influenzata dalle ideologie dominanti. Alle ideologie e ai luoghi comuni Giovanni Grottanelli non ha mai dato spazio, conservando quella indipendenza di pensiero che è la migliore compagna di chi intraprende o pratica il complesso ma affascinante cammino dello studio e della ricerca.