Abstract (in italiano)
Il contributo analizza il concetto di bilanciamento tra rappresentatività e governabilità, come inteso dalla Corte costituzionale, nel giudizio di legittimità sui sistemi elettorali proporzionali. Il ragionamento muove dalle implicazioni, pratiche e giuridiche, della distorsione tra voti e seggi, per chiarire la gamma di istituti che attenuano l’uguaglianza sostanziale del voto e che favoriscono, senza garantirla, una maggiore governabilità del sistema.
Il testo si sofferma, inoltre, sulla natura della governabilità, come variamente ricostruita dall’elaborazione dottrinale: sia nel senso di principio costituzionale, giuridicamente vincolante alla riduzione dell’uguaglianza del voto allo scopo di migliorare la stabilità del quadro politico, sia nel senso di interesse incoercibile giuridicamente, e non definibile come obbligo di correzione maggioritaria dei sistemi elettorali. La stessa natura del sindacato di legittimità costituzionale è incerta: a seconda della ricostruzione alla quale si accede, ne derivano tuttavia importanti conseguenze sull’autorevolezza della Corte costituzionale.
La riflessione teorica consente una rassegna finale dei meccanismi distorsivi nei sistemi proporzionali, finalizzata a illuminare le criticità dei premi di maggioranza, del ballottaggio di lista, delle soglie esplicite di sbarramento, delle coalizioni e del divieto di voto disgiunto. L’obiettivo non è suggerire una soluzione per ogni problema citato, ma chiarirne i contorni per successive indagini.