24 NOVEMBRE 2014
Qualunque proposta di revisione del Titolo V della Parte II della nostra Costituzione non può prescindere dalla considerazione che il testo costituzionale esitato dalla riforma del 2001, nei suoi obiettivi e nelle sue rationes di fondo, ha già subìto gli effetti di una fortissima spinta “controriformatrice” almeno su due piani distinti: da un lato, quello del dato normativo positivo specificamente concernente l’autonomia finanziaria delle autonomie territoriali, a seguito della legge cost. n. 1 del 2012 e della legge “rinforzata” n. 243 del 20121; dall’altro, quello degli approdi – ormai consolidati in senso spiccatamente centralista – cui è pervenuta la giurisprudenza costituzionale soprattutto nell’ultimo quinquennio. [segue]